Dai PC ai notebook, dai notebook ai tablet, dai tablet agli smartwatch, dagli smartwatch agli smartglass. Sembra quasi fantascienza, ma ciò che abbiamo spesso immaginato o visto in qualche film futuristico adesso sta diventando realtà. Questo a dimostrazione del fatto che la tecnologia è in continua evoluzione, sempre più a portata di tutti con strumenti nuovi e innovativi, sempre più a favore di maggiore comodità, flessibilità e semplicità di utilizzo.
Ebbene dopo le notizie sull’invenzione dei nuovi orologi prodotti da Apple, Microsoft e probabilmente anche google, i cosiddetti smartwatch (riprendendo in maniera evidente il nome smart-phone), che integreranno le funzionalità degli smartphone a quelle di un classico orologio, adesso la vera innovazione sta negli occhiali smart.
Ma come sono questi occhiali e a cosa servono?
Come sono:
Non aspettatevi degli occhiali grossi e invadenti. La montatura è sobria e sono assenti le lenti, infatti sono presenti solo le stanghette e su un occhio sarà predisposto un minuscolo display che ha una risoluzione comparabile a quella di un display da 25 pollici ad alta definizione visto da 2 metri di distanza. Una delle asticelle tra l’orecchio e l’occhio sarà più grande per via della presenza di un chip, ovvero il motore della tecnologia dell’occhiale.
Cosa fanno:
Le funzionalità che offrono questi occhiali sono diverse e si rivelano molto utili in determinate occasioni, per esempio mentre camminando non si sa più che strada prendere sarà possibile utilizzare la funzione GPS. Saranno attrezzati di sistema operativo Android, con una batteria che avrà la durata media di un giorno. Ma facciamo un riepilogo di ciò che è possibile fare:
- Funzione GPS per trovare la strada facilmente
- Scattare foto e filmare video a 720 pixel
- Riceve e-mail e messaggi (viene mostrata un’anteprima)
- Microfono e audio a conduzione ossea per chiamare
- Meteo, traffico, notizie, eventi con l’utilizzo di Google Now
- 16 GB di memoria
- Connettività wi-fi e bluetooth
In questi giorni sono state pubblicate le testimonianze di chi sta usando i Google Glass per testarli, Brandon Allgood scrive
L’autonomia della batteria riesce a coprire nella maggior parte dei casi la giornata intera e risultano molti leggeri una volta indossati… praticamente hanno cambiato le mie abitudini. L’orologio per esempio non lo uso più, mi basta inclinare la testa all’indietro e ho sempre l’orario in sovra impressione. Ma la vera sorpresa è stata Google Now, con le schede riempio tutto lo schermo davanti ai miei occhi ed ho praticamente tutto ciò che mi interessa ad un battito dalle mie ciglia, dallo sport a tutto quanto.
Forse la qualità delle immagini scattate in condizioni di scarsa luminosità non sono proprio il massimo, ma non si può avere tutto. Infine il sistema a conduzione ossea è davvero fantastico.
Dan McLaughlin commenta:
Dan McLaughlin lavora presso Agilent Technologies ed ha ricevuto direttamente i Google Glass al posto dello smartphone, divenendo parte di se stesso. La caratteristica con la quale ha familiriazzato fin da subito è stata la ricezione delle e-mail, dove nelle prime righe viene visualizzato il mittente e una breve anteprima, in questo modo avrete sempre davanti agli occhi una panoramica generale dei messaggi in modo da leggere prima quelli più importanti e tralasciare gli altri successivamente. L’unico problema che sta incontrando riguarda i suoi problemi di vista, ma Google dovrebbe risolvere in breve tempo.
Oltre alla sua testimonanzia Dan ha pubblicato un video girato con i Google Glass che trovate su Youtube, noi vi proponiamo invece quello girato da un altro tester, Matt Abdou, che ha ripreso con i suoi Google Glass sè stesso sui go-karts a Burlingame, California.
E mentre ancora attendiamo l’uscita di questo primo modello di occhiali “smart”, Google ha già provveduto a brevettarne una seconda versione. Il brevetto in questione mostra una nuova posizione del modulo della fotocamera, posto al centro dell’asticella che sorregge la montatura e che poggia sul naso. Dalla descrizione si apprende la presenza di un sensore che dovrebbe riuscire ad inviare un segnale autofocus alla telecamera che in quel caso regolerà il punto di focalizzazione e della profondità di campo di tutto ciò che ci circonda.